POMARICO, (carta geografica)    (PROVINCIA DI MATERA) Basilicata          

Pomarico (MT) (informazioni su Pomarico) 

Le sentenze Penali emesse dai Giudici di Matera contro Paolo Uricchio

Basilicata 2014:

La giustizia a Matera, Basilicata, Italia :   Vi verranno i brividi !

Dunque, dunque....

La situazione urbanistica che il Sindaco e i suoi amichetti, operando in maniera controproducente, rubando e commentendo innumerevoli reati,  hanno creato in 50 anni a Pomarico è un disatro.. Non possiamo immaginare, che in Germania  una persona con una formazione media  - anche solo guardandosi la situazione urbanistica tramite Google Street View - riesce a capire il disastro e i reati commessi mentre...

Siccome il Magistrato di Matera non svolge il suo lavoro con criterio, perchè non si reca sui luoghi per capire il problema e per avviare le procedure necessarie e per mettere finalmente in galera i soggetti responsabili.

Siccome la Prefettura di Matera non svolge i propri compiti conferitogli dalla costituzione italiana, 

Il Sig. Uricchio viene denunciato e condannato.

Da chi ?

I denuncianti: L'Ex Sindaco Nicola Raucci ( Nota: Ha cercato di lavorare a Milano, però è fallito ! Si è spacciato a Pomarico per Avvocato, mentre ha fatto il tirocinio dal Cugino Petrachi a Matera, durante la sua carica di Sindaco a Pomarico, per diventare avvocato. Il 2014 si candida di nuovo come Sindaco alle elezioni del 25. Maggio 2014. Che minaccia !!), Il Sindaco Giuseppe Casolaro, I vigili Urbani di Pomarico (Michele Scandiffio, Antonio Ferrandina, Domenico Perrone, Antonio DONNOLI (Nota: Il vigile che prende a calci i birilli del Sig. Uricchio !)

I Giudici di Matera le sentenze le scrivono anche a mano. Ignorano la situazione e trasmettono gli atti all'indirizzo a Pomarico. Così facendo non danno al Sig. Uricchio la possibilità di avviare una legittima difesa.

Non ci credete ? Allora guardate!

La ricevuta è sbiadita : Data 15.01.2016, avviso di giacenza atti giudiziari

Tutti i documenti verranno pubblicati prossimamente su questo sito !

 

Questa è una sentenza della corte di cassazione:

Cassazione penale, sez. VI, 28 Novembre 2007, n. 329

Il reato di abuso d'ufficio ha natura plurioffensiva, considerato che è idoneo a ledere, oltre all'interesse pubblico al buon andamento e alla trasparenza della pubblica amministrazione, anche il concorrente interesse del privato a non essere turbato nei propri diritti costituzionalmente garantiti dal comportamento illegittimo e ingiusto del pubblico ufficiale. Ne consegue che, in tal caso, il privato danneggiato riveste la qualità di persona offesa e che l'omesso avviso al medesimo della richiesta di archiviazione, qualora questi abbia chiesto di esserne informato, viola il diritto al contraddittorio

E questa è la realtà a Pomarico, Provincia di Matera, Basilicata, Italia

 

 

Questo Signore in basso è il Sig. Michele Scandiffio. È armato ! Chi minaccia chi in questa situazione ? Però denuncia, tramite il suo avvocato, Nicola Raucci, il Sig. Uricchio per averlo minacciato ed offeso !

Il Giudice di Matera emette la sentenza. Leggete in basso. Sembra incredibile, però non siamo in Siria, siamo nel Meridione d'Italia. Questi soggetti li finanziate voi con le vostre tasse e la Comunità Europea con gli aiuti finanziari !

La foto in Basso: 2 dei 5 Vigili Urbani di Pomarico: Michele Scandiffio e Antonio Ferrandina (Nota:   È quello che accompagna il Sindaco Giuseppe Casolaro il 2005 alla pagliacciata del sopralluogo - (Guarda il film ! Clicca quì !)

 

 

Questa è la piazzola di proprietà della famiglia Uricchio. Si è venuta a creare abusivamente grazie all'operato del dott. Mancini e dei suoi amici in "funzione pubblica" a Pomarico, Provincia di Matera, Basilicata, Italia.

Il Vigile Scandiffio comanda l'operaio: "Rimuovi tutto ! Quì comando io, non ti preoccupare !"

 

 

Il Pubblico Ufficiale Italiano, Michele Scandiffio, si sente offeso nel decoro (anche questo decorato ?)

Questa in basso è la piazzola creata abusivamente dal Sindaco di Pomarico e dai suoi amici sulla proprietà rubata alla famiglia Uricchio

 

Dopo questi atti mafiosi, il "pubblico ufficiale" italiano denuncia Paolo Uricchio per...

averlo offeso con la seguente frase: " SIETE DEI DELINQUENTI IN DIVISA, SEI UN VIGILE MAFIOSO, SEI UNO STRONZO, FARABUTTO E CAFONE, SE AVEVO UNA PISTOLA TI SPARAVO, RIMBAMBITO E RACCOMANDATO, CRETINO E IMBECILLE"

Così riportato dall'Ufficio del GIUDICE DI MATERA

SENTENZA  N. 139/11, Nr. Rg 1126/09, Nr. Gp 104/10

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Nota: Il Sig. Uricchio, anche se cresciuto in Germania, usa il congiuntivo in maniera appropriata. Alcuni termini trascritti nella denuncia non fanno comunque parte del linguaggio e della cultura personale del Sig.Uricchio Paolo. Non nascondo però, che in questi casi non basterebbe una pistola, ma ci vorrebbe almeno una bella mitraglietta !

In basso: Il Giudice di Matera, che le sentenze il 2013 le scrive a mano

 

 

 

 

Fonte: La Stampa

Cittadino e istituzioni

30/12/2009 - IL CASO

La Cassazione boccia le sentenze scritte a mano

Sono illeggibili, segno di ridotta attenzione nei confronti di chi è condannato. Invito ad usare il computer

 

Di Bruno ventavoli

 

Giudici, buttate la penna. Se scrivete sentenze, fatelo al computer. La tirata d’orecchie arriva dalla Cassazione, che invita i magistrati italiani ad abbandonare nostalgie e vezzi da amanuensi. Non perché il Palazzaccio voglia d’un tratto buttare al macero secoli d’arte calligrafica. Ma semplicemente perché molte sentenze, vergate a mano, risultano incomprensibili. Giubilano, pare di sentirle, le praticanti che negli studi legali devono stendere atti per poche decine d’euro, e inciampano in scarabocchi, s’impuntano su una «f» che somiglia a una «l», rischiando l’isteria. E gioiscono tutti quelli che nella vita quotidiana hanno a che fare o per mestiere o per casualità con fogli rigati d’inchiostro da mani che non sanno maneggiare penne. Le ricette d’un medico, è noto, sembrano scarabocchi psicopatici. I compiti in classe degli studenti con le dita atrofizzate dai telefonini, per i poveri docenti alla Pennac, paiono tsunami di geroglifici.

La singolare sentenza (numero 49568) parte dalla Corte d’Appello di Napoli, dove due rapinatori hanno cercato di farsi annullare una condanna aggrappandosi a una penna. Ci vogliono condannare - hanno detto - ma è nostro diritto saper perché. E dato che il verdetto è buttato giù peggio che da una gallina, i motivi ci restano ignoti. Il caso è arrivato in Cassazione. I giudici hanno scorso il documento incolpato. E qualcosa di faticoso l’hanno sicuramente trovato. Perché alla fine hanno emesso una nota di biasimo, riconoscendo che il testo era «caratterizzata da un ormai obsoleto ricorso alla scrittura a mano, non vietato ma certamente segno di attenzione ridotta da parte del magistrato amanuense alla manifestazione formale della funzione giurisdizionale». A rincarare la dose: «gli stilemi personalissimi e frettolosi pongono in secondo piano le esigenze del lettore e in particolare di chi, avendo riportato condanna, pretende di conoscerne agilmente le ragioni». Insomma, scrivere sentenze a mano non è vietato. Ma digitarle su un computer è meglio, perché appena eruttate dalla stampante sono immediatamente comprensibili. E’ un segno di civiltà, fin dai primordi del diritto. Chi incise i cuneiformi nella diorite di Hammurabi, si preoccupò di rendere ogni segnetto chiarissimo, meglio d’un bassorilievo divino. Essendoci di mezzo la legge del taglione, ogni tacchetta poco chiara, poteva costare una mano o una testa.

Scrivere a mano, codice penale a parte, è da secoli un’arte sopraffina. Che suscita talvolta meraviglia, talaltre pensieri devianti e cocciute ribellioni, perché la mano che scorre lenta sul foglio parla sempre con il cuore, con l’anima, con la mente. Gli orientali, sulla calligrafia, hanno costruito un sistema di potere e di perfezione poetico-artistica. Bartleby, lo scrivano di Melville, a forza di ricopiare, imparò a ribellarsi sussurrando un mite «preferirei di no», come fosse una virgola venuta male nell’ordine americano. I copisti del nostro medioevo, dopo aver sudato quattro tonache a miscelare inchiostri e appuntire piume d’uccelli, si divertivano poi a nascondere nei colofoni dei nobili testi sms pruriginosi, tipo «Dentur pro penna scriptori pulchra puella» - la penna dello scrittore si merita una fanciulla carina - che suonano scaltri e beffardi quanto l’appello dei due rapinatori napoletani.

Per la storia della Giurisprudenza, comunque, gli sgorbi legali non bastano a farla franca. La Cassazione ha respinto la richiesta dei due rapinatori: «La lettura del testo non è impedita da grafia ostile al punto da precluderne la comprensione la quale, seppur non propriamente agevole, risulta possibile al di là di ogni ragionevole dubbio». Meglio, però, passare al computer. Meno zen, più ineccepibile.

Tratto da La Stampa del 30/12/2009

Nonostante ciò il Giudice di Matera, Savino, Il 2013, continua a scrivere sentenze contro Paolo Uricchio a "zampa di gallina"

Comunque:

Michele SCANDIFFIO viene difeso dallo

Studio Legale RAUCCI (Ex Sindaco di Pomarico)

Via SS. Annunziata, 20, 75016 Pomarico (MT) Fel.  Fax 0835 552624

ATTO DI PRECETTO

Il Sig. SCANDIFFIO Michele, nato a Pomarico (MT)  il 26.12.1951, (C.F. SCNMHL51T26G806D), residente in Pomarico (MT) ed ivi elettivamente domiciliato alla Via SS. Annunziata n. 20, presso e nello studio dell'Avv. Nicola  Raucci (

 

 

 

Anche questo vigile armato denuncia e, insieme a lui, Sig. Domenico PERRONE, entrato a lavorare grazie alla Mastrosimone (è una politicante di spicco in Basilicata !)

Antonio DONNOLI

Procura della Repubblica presso il Tribunale di Matera

Decreto di Citazione a Giudizio

Artt. 550, 552 c.pp; 159/1° co. Disp. Att. c.p.p.

Il Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Matera, dr.ssa Annafranca Ventricelli;

Letti gli atti del procedimento penale in Epigrafe INDICATO, nei confronti di:

URICCHIO PAOLO, nato a Pomarico il 24.01.1954 e residente in Monaco di Baviera, Geramnia, via A. Kuttscher, con domicilio in Pomarico alla c.da Serre snc;

difensore di ufficio avv. Fabiano Sanchirico, del foro di Matera, IMPUTATO

in ordine al seguente fatto-reato:

a.) Art. 337 e 339 c.p. poichè, a seguito dell'intervento del VICE COMANDANTE M.LLO Antonio DONNOLI (nota: È il mafioncello che vedete su questo filmino e che prende anche a calci i birilli ! Clicca !) ed dell'ausiliario del traffico DOMENICO PERRONE (adesso vi racconteremo due belle storie su questo soggetto !), entrambi in servizio presso la Polizia Municipale di Pomarico per rimuovere dei water abboddati con i colori della bandiera italiana (nota: Come il Sindaco Giuseppe Casolaro), due dei quali posti dallo stesso Uricchio nella pubblica via del comune di Pomarico (una menzogna, perchè stanno sempre sulla rimanenza della proprietà della Famiglia Uricchio a Pomarico), nelle vicinanze della propria abitazione e un altro nell'area privata della famiglia Uricchio, priva di recinzione perimetrale e confinante con la strada SP Pomarico- Baracone, uscendo dalla propria abitazione con in mano un grosso coltello da cucina, minacciava i militari suindicati al fine di impedire loro di compiere atti di ufficio

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..... continueremo con il testo dell'accusa  !

 

 

 

 

Maggio del 2014 a Pomarico: Prefetto di Matera, Magistrati e Giudici di Matera:

Grazie per il vostro aiuto !;

 

Visto che i Giudici di Matera sono quelli che sono. Visto che la Corte di Cassazione pensa e sogna che certe denunce devono essere disapplicate dal giudice ordinario del Tribunale di Matera, mentre in realtà non succede, i Vigili di Pomarico continuano il 2014 a denunciare Paolo Uricchio. Vedrete che, sempre violando il diritto del pricipio al contraddittorio, garantito dalla Costituzione Italiana, il Giudice di Matera condannerà ancora una volta il Sig. Uricchio in assenza (perche contumace !). Vi terremo informati !

 

I verbali: Sempre con la stessa contestazione e per lo stesso motivo:

Data e località: L'anno 2014 il giorno 20 del Mese di Maggio alle ore 9.30 circa in Pomarico Ufficio Polizia Municipale

I sottoscritti: M.llo Donnoli Antonio, Vice Comandante di P.M. e FERRANDINA Antonio, Agente di P.M. hanno accertato che il :

TRASGRESSORE: Uricchio Paolo, nato a Pomarico il 24.01.1954 e residente (A.I.R.E) monaco di Baviera (D) 80082 Artur Kuttscher Paltz 2 con domicilio a Pomarico alla Contrada Serre s.n.c.;

VIOLAZIONE:

Ha violato la norma del codice della strada di cui all'art. 15 comma 1 lett. a e c. 2 perchè, sulla Strada Provinciale Pomarico-Baracche, all'altezza della proprietà Uricchio-Zona Q.re A. Moro, nelle adiacenze della rotatoria, il giorno 16.05.2014, imbrattava la sede stradale con 03 scritte di vernice bianca CESSO-CESSO-GRANDE E PONEVA DUE TUFI E QUATTRO BIRILLI CHE COSTITUIVANO GRAVE PERICOLO PER LA CIRCOLAZIONE STRADALE:

Trattasi di accertamento d'Ufficio ai sensi dell'art. 13 della Legge 24.11..1981 n. 689 . Le generalità sono state fornite tramite accertamenti d'Ufficio.

DICHIARAZIONI: Il Sig. Uricchio Paolo ha dichiarato ai sottoscritti verso le ore 17.00 sul posto di accertamento che tale imbrattamento e deposito di materiali è stato da lui volontariamente posto in essere per protestare sempre contro la realizzazione della rotatoria coesistente.

MODALITÁ DI ESTINZIONE.

Pagamento: Entro 60 gg. dalla contestazione o notificazione della violazione è ammesso il pagamento in misura ridotta di € 41,00 presso questo Ufficio di Polizia Municipale o a mezzo di vaglia postale intestato al predetto Ufficio (Vedi Avvertenze Retro)

La somma indicata per il pagamento entro gg. 60 è ridotta a € 28,70 (ossia del 30 %) se il pagamento viene effettuato entro gg. 05 dalla contestazione (Nota: La Mafia fa anche lo sconto in queste zone !)

....

 

 

 

 

lL Sig. Giudice di Matera giudica anche il 2015 con la penna, a zampa di gallina e senza pietà ! 

Commento di Paolo Uricchio: A me dispiace tantissimo, che la Sua vocazione l'abbia spinto a voler fare il giudice, dott. Savino. Sono comunque convinto, che l'italia di giudici come Lei e come ROSA BIA potrebbe anche farne a meno

 

 

 

 

 

 

Giudice Savino su inchiesta:

Sembra invasione di campo

 TONIO TONDO

Presidente Savino, nel suo discorso alla cerimonia di fine carriera ha insistito sul ruolo delicato della Giurisdizione. Alcuni hanno pensato alle vicende attuali. Può spiegare la sua posizione?
«Uso una metafora: l’amministrazione della giustizia deve avere la stessa funzione degli argini per un torrente che scorre verso la foce. L’acqua del torrente deve fluire perennemente, non può né deve essere fermata fino a quando non si disperde in mare. Anche quando la corrente è tumultuosa va fatta fluire con un regime sicuro e senza mai provare a bloccarla o deviarla in modo improprio. Ecco, noi dobbiamo essere gli argini sicuri perché le attività umane possano realizzarsi in modo fluido. Dobbiamo solo vigilare sul rispetto delle leggi e della Costituzione».

Vuole dire che i magistrati di Lecce stanno cercando di bloccare il torrente e anzi che stanno rompendo gli argini?
«Voglio essere più chiaro. L’iniziativa dei pm leccesi ha destato clamore e preoccupazione. Il problema è molto serio. Si doveva già intervenire quando il batterio fu individuato e sequenziato dagli scienziati. Invece si è tergiversato, si è stati fermi fino alla presa di posizione dell’Unione europea. Adesso intervengono i pm e tutto si blocca. Hanno in mano informazioni scientifiche nuove tali da mettere in crisi le vecchie conoscenze? Le facciano presenti nei modi appropriati, ma non si fermi l’ordinato svolgimento delle azioni. Veramente, non capisco quanto sta avvenendo. Mi è sembrato un intervento a gamba tesa, solo questo. Lo dico con amarezza perché stimo Cataldo Motta, ma questa vicenda crea sconcerto non solo in me».

A scienziati e funzionari vengono contestati sei reati, dall’inquinamento ambientale alla diffusione colposa della malattia del disseccamento degli ulivi, più il falso ideologico e materiale. Nel provvedimento si sottolinea l’attacco in essere contro l’identità culturale e paesaggistica del Salento.
«Ognuno di noi deve fare il suo dovere. La mia impressione, ma è più che un’impressione, è che a volte ci facciamo trascinare dall’entusiasmo o dalle passioni ideologiche. Così andiamo fuori dal nostro campo e provochiamo solo confusione e smarrimento. Così l’opinione pubblica non sa più a chi e a che cosa credere. Il professore Giovanni Martelli ha spiegato, in un’intervista al suo giornale, qual è lo statuto della scienza, non solo in Italia, ma in tutto il mondo. La ricerca scientifica, che si deve svolgere in un regime di libertà e responsabilità, ha un metodo basato su tre presupposti: affidabilità, verificabilità e condivisione. Questi principi guidano gli scienziati fedeli ai valori della scienza. Nei laboratori e nei campi agricoli si svolge l’intera storia. Nessun pubblico ministero o giudice, utilizzando altri criteri, può intromettersi e far saltare questa dialettica. Se qualche consulente ha da dire cose valide lo faccia nelle sedi giuste, cioè con le persone competenti e accreditate a livello nazionale e internazionale, e si confronti in modo aperto».

Perché mettere sotto inchiesta ricercatori e funzionari? E poi il commissario Silletti, uomo del Corpo forestale sospettato di distruggere l’ambiente?
«È l’altro pasticcio. Queste persone sono l’ultimo anello dell’attuazione amministrativa, di filiere istituzionali legali. Da quando è stata rilevata la presenza del batterio alla fine del 2013 Regione, Governo e Unione europea hanno approvato delibere, piani, decreti legge, diposizioni. Sono state esaminate relazioni di ricercatori italiani, europei e americani. Insomma, ci si è mossi all’interno di un sistema complesso di poteri esecutivi legittimi. La disciplina per isolare i patogeni da quarantena non è discrezionale, attua principi internazionali di protezione della salute umana e del patrimonio vegetale. Mettere in crisi tutto ciò significa caricarsi di una responsabilità enorme. Se l’Italia subirà la procedura d’infrazione, nel caso fosse condannata, chi pagherà il conto? Dire che l’Unione europea è stata indotta in errore mentre la stessa Ue insiste nella richiesta degli abbattimenti per contenere e ridurre la popolazione del batterio è poco credibile».

Lei è stato presidente della Regione Puglia per un breve periodo, tra il 1993 e il 1994. Il presidente attuale, Michele Emiliano, ha salutato con favore l’inchiesta penale («È una liberazione…»), e ha già annunciato che se si andrà al processo lui farà costituire la regione parte civile contro scienziati e funzionari.
«Beh, Emiliano ha fatto il pm come me. Però adesso è il presidente della Regione; spetta a lui affrontare e risolvere il problema del batterio che avanza e rischia di distruggere gli uliveti di tutta la Puglia e dell’Italia. Emiliano dimentica che le 10 persone indagate hanno agito per attuare disposizioni approvate anche dalla Regione. Nessuno ha mai contestato qualcosa, nessuno ha indicato comportamenti infedeli. Capisco che adesso con un’inchiesta in corso tutto possa essere risucchiato dalla vicenda giudiziaria. Ma così la politica e le istituzioni si ammalano, perdono autonomia e libertà di iniziativa. La magistratura è indipendente, anche la politica e la scienza devono esserlo. Se la politica dice: “mi appoggio alla magistratura”, è destinata a diventare un’altra cosa, fino a distruggere se stessa e la stessa indipendenza della giurisdizione»

  

Commento:

Sante parole. Che giungano alle orecchie di quei giudici di Lecce che hanno scritto una pagina nera della magistratura italiana. Gravi responsabilità per le quali dovrebbero pagare

 Finalmente l'illuminazione di un ragionamento limpido e degno di essere definito tale, prodotto da chi non ha bisogno di rispondere ad altro, se non alla ragione.

 I contenuti di questa intervista vanno studiati nelle scuole!

 

UFFICIO DEL GIUDICE DI PACE DI MATERA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO (Not in my Name, Mr. Savino !)

Il Giudice di Pace di Matera nella persona del Giudice di Pace

Dott. Giovanni SAVINO

Nei confronti di 

URICCHIO Paolo, nato a Pomarico il 24.01.1954 e residente a Monaco di Baviera, D 80802 Artur-Kutscher-Platz n. 2 , domiciliato a Pomarico alla c.da. Serre snc. - Contumace

IMPUTATO

con il delitto p.ep. degli art. 31 cpv. e 19 cp. 1 cp, poichè con più atti esecutivi di un medesimo disegno criminoso imbrattava e deturpava quattro pali della pubblica illuminazione e un palo di segnaletica stradale imbrattando  con vernice nera scritte verticali del tipo www.uricchio.de

in Pomarico , il 17.06.2013

 

Poi, nonostante i furti, nonostante i reati, nonostante gli abusi, nonostante l'incidente mortale, nonostante il pericolo creato, nonostante....

se non ti stai zitto ti iniziano ad arrivare minacce di questo genere:

Vuoi davvero denunciare un fatto del genere al Vigili ? Ai Carabinieri ? Al Magistrato di Matera ?

 

Tutta la storia di questa tragedia, in un prologo tre atti e un epilogo,  dovuto alla decisione della famiglia  URICCHIO di acquistare una proprietà a POMARICO (Provincia di MATERA), Meridione d'ITALIA, per voler ritornare nel paese NATIVO sul sito WEB: WWW.uricchio.de

Quindi: Tutte le denunce del Sig. Uricchio vengono ignorate, archiviate oppure cestinate dai Giudici di Matera. Le denuce dei signori in divisa vengono invece perseguite in maniera spietata ! Il Magistrato di Matera e il Prefetto di Matera svolgono il loro lavoro con criterio e come voluto dalla Costituzione Italiana. 

Vi meravigliate se in Italia siamo finiti nella merda ?

 

Per approfondire l'argomento leggi anche:

La Giustizia Italiana a Pomarico / Matera

Oppure: 

TOGHE LUCANE - Blogspot 2014

 

Tutta la storia di questa tragedia, in un prologo tre atti e un epilogo, dovuto alla decisione della famiglia URICCHIO di acquistare una proprietà a POMARICO (Provincia di MATERA), Meridione d'ITALIA, per voler ritornare nel paese NATIVO sul sito

WEB http://www.uricchio.de

 

 

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