POMARICO, (carta geografica)    (PROVINCIA DI MATERA) Basilicata          

Pomarico (MT) (informazioni su Pomarico) 

 

I SINDACI DI POMARICO

I nuovi Padroni e Padrini in Italia !

I ladri e mafiosi 

I "RAPPRESENTANTI" DELLO STATO ITALIANO a

            POMARICO, Matera, Meridione d'Italia (clicca quì per la carta geografica!)

L'ITALIA HA SUPERATO

IL FEUDALESIMO e  IL FASCISMO

PER FINIRE NELLE MANI DI QUESTA GENTAGLIA

 

 

Così si discute la situazione attuale in Italia su alcuni siti WEB. P.e.

http://www.forum.rai.it/lofiversion/index.php/t227309.html

 

La mafia quì è la PA (Pubblica Amministrazione)

(Purtroppo anche noi siamo caduti in questa trappola micidiale ! Fate attenzione !)

 

In questi giorni si fa un gran rumore su Saviano, cosa in sé giusta. Il problema è che i media sono in mano alla massoneria... quindi il problema viene, come nelle miliori tradizioni di manipolazioni della realtà attraverso i mass media... spostato all'esterno... La tecnica del nemico esterno. Lo scandalo dell'emergenza rifiuti stava andando troppo avanti... rischiava di compromettere equlibri costruiti in decenni... di concorsi truccati utili al controllo della PA. Ecco allora un colpo di mano... et voilà... i casalesi.

Eh sì... i delinquenti sono segnalati, schedati, conosciuti pure dalle pietre dei posti in cui agiscono... eppure vengono dipinti come personaggi mitici, inafferrabili...

Hanno creato il mito delle cosche come "nemico esterno" dello Stato... Che ipocrisia... ma chi li fa arrivare i miliardi di euro dei fondi nazionali, regionali ed europei alle cosche? Chi se non quello Stato che nella rappresetazione mediatica si vorrebbe contrapposto alle bande criminali?

Perché nessuno punta il dito sul potere delle mafie, che è praticamente il controllo della PA locale?

La massoneria, che controlla i media, "giustamente" sposta l'attenzione sui clan, ben sapendo che distrutto un clan... un altro ne prende il posto... Per le corrottissime PA locali... solo una questione di cambiare "destinatario"...

Combattere la mafia è combattere la PA meridionale. Quando verrà decapitata la struttura mafiosa costruita in decenni di clientelismo e raccomandazioni... i boss diventeranno per assenza di finanziamenti ladri di polli... un fenomeno di colore locale... Invece, grazie alla filiera di impiegati-dirigenti-decisori che oggi determina scandali come quelli dell'emergenza rifiuti... il ladro di polli viene armato fino ai denti.

I giovani di talento emigrano, i compari dei clan prendono i finanziamenti, i cani di partito e sindacato mantengono il controllo dei voti... e se qualcuno osa ribellarsi, dalla massoneria parte la sentenza di morte... che poi verrà attribuita dai deviati media locali ai clan.

In estrema sintesi, perché puntano il dito sul borseggiatore , dimenticando che il sud è una colonia della massoneria, controllata in modo granulare grazie alle infiltrazioni di massa nella PA locale?

 

Ti quoto in tutto ed andrei oltre.
Il sistema elettorale che abbiamo porta i mafiosi non solo nelle PA ma fino al Parlamento nazionale.
Un tempo la Mafia ero uno stato nello stato, oggi la Mafia è lo Stato.

 

E che male c'è?

Le organizzazioni criminali danno lavoro e dignità a migliaia di giovani meridionali, soddisfano le esigenze di alcuni settori del mercato vitali per l'economia di molte imprese (come lo smaltimento dei rifiuti tossici a poco prezzo, che mantiene competitivo il made in Italy), forniscono servizi essenziali auna società moderna come lo spaccio di droga e il racket della prostituzione, mantengono l'ordine e fanno le grandi opere.

A tutto questo va aggiunto l'incommensurabile merito di avere favorito (presumibilmente col voto di scambio) l'elezione di eminenti personalità politiche, come
Totò Cuffaro in Sicilia e Nicola Cosentino in Campania.

Ce ne vogliamo anche lamentare?

 

In effetti, al sud lo Stato è il sistema nervoso della massoneria, mentre le mafie sono il braccio operativo.

La televisione è in mano ai massoni, per questo stanno creando nemici esterni come i "casalesi", i "provenzano", i "riina" e via dicendo... Stanno usando anche Saviano, perché sanno bene che i clan si alternano e rigenerano in tempo reale... Sfasciato un clan ne emergono altri dieci, questo non compromette il sistema di corruzione e clientelismo che determina il sottosviluppo.

 

Grasso: Mafia e' 'dentro' e 'con' lo Stato

29 ottobre 2008
Roma. E' "un errore grossolano" considerare Cosa Nostra un "antistato" perché, talvolta, è dentro lo Stato e la sua connivenza con il sistema di potere è molto di più di una semplice ipotesi investigativa.


Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, intervenendo alla cerimonia di inaugurazione dell'istituto superiore di tecniche investigative dell'Arma dei Carabinieri. "Cosa nostra, pur avendo sempre avuto interessi propri - ha detto Grasso - è stata contemporaneamente, in alcuni casi, portatrice di interessi altrui. Entità esterne in tantissime occasioni hanno armato la sua mano". Non bisogna infatti presupporre una diversità tra Cosa nostra e gli altri poteri: la connivenza tra Cosa nostra e il sistema di potere è molto di più che una semplice ipotesi investigativa". Ecco perché, secondo il procuratore nazionale antimafia, "considerare Cosa nostra come un antistato è sempre stato un errore grossolano, così come lo stereotipo del vuoto di Stato in cui ha avuto la possibilità di infiltrarsi e prendere posizione. Da un lato Cosa nostra è fuori, contro lo Stato, perché non ne accetta le leggi e cerca di imporre le proprie regole; ma dall'altro, talvolta, è 'dentro' e 'con' lo Stato attraverso le relazioni esterne con suoi rappresentanti nella società o nelle istituzioni. Infedeli e interessate".

ANSA

 Al nord la mafie è nell'imprenditoria

Nel sud invece nelle istituzioni... per questo è il territorio più sottosviluppato d'Europa. Ma guardiamo all'emergenza rifiuti... neppure in Africa più si vedono cose così... Eppure, la PA mafiosa del posto è al suo posto, perché no... magari qualche scatto di carriera pure per aver determinato lo scandalo del millennio...

Quando la PA è corrotta non esiste nessun margine di sviluppo e nessuna opportunità per gli onesti. Smettetela di ragionare come i bambini una buona volta e datevi il tempo di riflettere un pochino sulle cose... arrestati migliaia di mafiosi... e la mafia è più forte che mai... possibile mai crediate ancora alla favoletta dell'uomo nero? La mafia è nelle agenzie delle entrate, nelle agenzie del territorio, in regione, nei comuni.... e decide che i miliardi di euro utili allo sviluppo devono essere impiegati per mantenere uno stato di sottosviluppo.

 

Bisogna affermare la legalità, cominciando con azioni esemplari nella corrottissima PA meridionale. Licenziare intere strutture inefficienti... senza pietà alcuna per questi deficienti egoisti ed inefficienti che stanno mettendo in ginocchio un paese... col loro fare indolente e supponente...

Questo dimostra la mia tesi, l'unica strada è quella dei licenziamenti a tappeto...

In un comune non funziona bene un ufficio, votazione digitale dei cittadini... superato un coefficiente di malcontento... si liberano posti di lavoro...

Invece no... perché i porci di partito e sindacato sanno che il loro potere ed i loro danari sono possibili solo grazie alla corruzione nella PA...

Si calcola che al nord paghino il pizzo 4000 aziende. A Milano in alcune aree le aziende mafiose che si occupano del movimento terra hanno il monopolio.
La Mafia è un problema italiano e non solo meridionale.

Le aziende mafiose hanno una liquidità illimitata sono in grado di fare prezzi stracciati andando anche in perdita e far morire la concorrenza sana per poi dettare le loro condizioni. E se il dumping non basta ci sono sempre le armi.

Il fatto è che alcuni pezzi importanti dell'economia, della politica, della società civile collaborano con la Mafia o sono la stessa cosa.
Se andiamo a rileggere il caso Ior-Calvi-Banco Ambrosiano ci da uno spaccato di una realtà ancora attuale. Il Banco Ambrosiano allora era il 1o istituto bancario italiano e tra e altre cose reciclava denaro proveniente da cosa nostra. Il Banco Ambrosiano era un "rispettabile" istituto di credito milanese.

Secondo Conf Commercio ogni hanno in italia le mafie fatturano più di 100 miliardi di euro, possibile che i nostri apparati di intelligence, guardia di finanza, carabinieri, polizia, magistratura, Banca D'Italia, Consob, non riescano ad individuare dove va a finire questo oceano di denaro?
Io non credo che questi 100 mlrd siano amministrati dai vari Riina, Lo Piccolo, Sandocan, ecc. i quali hanno la 5a elementare. Probabilmente si avvarranno di banchieri, professionisti, politici, imprenditori.

 

Io non credo che questi 100 mlrd siano amministrati dai vari Riina, Lo Piccolo, Sandocan, ecc. i quali hanno la 5a elementare. Probabilmente si avvarranno di banchieri, professionisti, politici, imprenditori.



Riina, Provenzano e personaggi simili sono pupazzi che i poteri forti usano per deviare l'attenzione delle masse...

Il problema è che la PA meridionale è funzionale al sottosviluppo. Clan di partito e sindacato, cosche e criminali vari si arricchiscono perché la PA è corrotta, non controlla e quando controlla è per tagliare le gambe a qualche cittadino onesto...

Chi ha avuto a che fare con la PA meridionale sa che un processo di dieci minuti... può diventare un incubo di errori e burocrazie che dura mesi... così fanno fuori i competitor e cittadini onesti... ostacolando i processi. Quando invece il servizio da erogare è al mafioso... si aprono porte ed accellerano dinamiche...

Quelli che possono apparire come stupidi anelli di una insignificante catena, sono in realtà veri e propri agenti del sottosviluppo... Il dipendente che non fa il proprio dovere quando ha di fronte il cittadino onesto... mentre scatta quando parte la mazzetta del corrotto o l'ordine del mafioso... è una cellula cancerosa. E in decenni di malassunzioni e clientelismo... dove non si entrava se non con la raccomandazione... magari la cellula è diventata un tumore diffuso a grappolo in tutta la funzione pubblica... Come può darsi sviluppo se i soldi sono passati dalla PA a clienti e corrotti? E' praticamente impossibile. Questo lo sa chi scaglia i cani da guardia dei media sui Riina e Provenzano... per proteggere i veri responsabili del sottosviluppo: dipendenti e dirigenti della PA al servizio delle mafie di partito e sindacato.

Al sud i cittadini dovrebbero marciare contro la PA... altro che contro gli scippatori... Il problema è che la PA è vendicativa, più di Riina e Provenzano... ed ha i modi per distruggere chi osa opporsi al SISTEMA

 

Giudice quello che dici tu sulla PA in parte è vero, però il problema Mafia non lo banalizzerei .
E' un problema ben più complesso che arriva fino a Roma e Milano. Se il punto fosse solo le amministrazioni locali la Mafia sarebbe stata sconfitta già da un pezzo, perché Roma non lo avrebbe tollerato, però le connivenze arrivano fino ai vertici della politica, dell'industria e dell'alta finanza.
Basta pensare a Napoli e alle indagini sulla Impregilo , azienda quotata in borsa che doveva produrre ecoballe da bruciare negli inceneritori. Per questo progetto sono stati spesi più di 2 MILIARDI di denaro pubblico è il risultato è sotto gli occhi di tutti.

Ribadisco il caso Banco Ambrosiano ci da uno spaccato della realtà odierna, gli stessi problemi di ieri sono gli stessi problemi di oggi.


Ma è la pubblica amministrazione meridionale a rendere possibile la Mafia. Che poi un'organizzazione che può contare su migliaia e migliaia di dipendenti pubblici... possa raggiungere roma, parigi, new york... questo non deve meravigliare.

Io non parlo di "inefficienza", ma di caos apparente, in realtà ordinato agli interessi delle mafie, siano esse di cosca, partito o sindacato. Le cose non cambiano perché il sistema nervoso non cambia... Le cose cambieranno quando nella PA si licenzierà a tappeto...

Diamo spazio ai giovani 110 nella PA e mandiamo al macello questa spazzatura assunta negli anni su comando di mafiosi di partito e sindacato. Hanno mille modi e tecniche per ostacolare i progetti virtuosi ed il futuro dei giovani... invece quando arriva la telefonata del porco di partito che li ha raccomandati... scattano come saette sugli attenti...

Fermiamo la PA mafiosa che impone al sud il sottosviluppo, una PA che lega le mani ai cittadini onesti in modo le mafie possano stuprare in tutta tranquillità il bene comune!

Affrontate con molta durezza i dipendenti pubblici che vi ostacolano, le strutture pubbliche inefficienti vanno demolite attraverso il licenziamento a tappeto di tutti i dipendenti... Non è possibile il cittadino comune ed onesto continui a finanziare indirettamente istituzioni che lavorano per mantenere il sottosviluppo...

Praticamente, seguendo la filiera della corruzione... le tasse sono usate come strumenti di finanziamento delle mafie...

La mafia esiste ed è forte perché la PA è corrotta, la mafia è un effetto del clientelismo e della corruzione. 

 

Lettera aperta di un connazionale italiano del 21.Settembre 2012

venerdì 21 settembre 2012

Lettera aperta ai furfanti della politica italiota

Non era facile fare peggio della classe politica della Prima Repubblica, che fu travolta da Tangentopoli dopo anni e anni di ruberie. Era quasi impossibile che i politicastri della Seconda Repubblica ci facessero rimpiangere i loro predecessori, maestri nel ricavare benefici privati dalla res publica. Eppure, ci sono riusciti. I nuovi furfanti hanno battuto il record precedente, spudoratamente, entrando di diritto nel Guinness dei primati. Non se ne salva nessuno, la ruberia è trasversale e congenita nella partitocrazia, e i miseri fatti degli ultimi tempi gridano più forte della parole. 
Siamo frastornati, ma non dai rumors. Si tratta piuttosto di continui e devastanti terremoti. La politica è da sempre zona sismica in Italia ma negli ultimi tempi le scosse sono state troppe. Gli scandali del PD, da Penati a Bassolino. La gestione alla “Cicero pro domo sua” della politica da parte di Berlusconi e dei suoi accoliti. La querelle relativa alla casa di Fini a Montecarlo. La buriana che ha coinvolto la famiglia Bossi e la Lega Nord. Il caso del senatore Lusi, che ha sottratto 25 milioni di euro dai rimborsi elettorali della Margherita, di cui era tesoriere, e che oggi è agli arresti domiciliari in un convento in Abruzzo. Lo scandalo della sanità in Lombardia, dove Highlander Formigoni è indagato per corruzione a causa del sistematico versamento di tangenti del Pirellone. E ultimo, ma non ultimo, lo scandalo dei fondi PDL della regione Lazio, la cui giunta è stata travolta da una valanga di immondizia e che in queste ore ci diletta con l’amletico dubbio di Renata Polverini: “Mi dimetto o non mi dimetto?”. Ho citato solo alcuni casi eclatanti, ma si tratta ovviamente della punta dell’iceberg. Chissà cosa c’è nella parte sommersa che ancora deve salire in superficie. È uno schifo e ogni commento appare inadeguato. Non ci sono parole idonee a stigmatizzare la politica del malaffare e i suoi miserabili protagonisti. Gli italiani non ne possono più di un sistema politico fondato sulle razzie e le lobbies di potere, e avvertono un profondo disgusto per la sciagurata casta che ha fatto dello spreco, della corruzione e dell’arroganza la propria regola di vita. È sotto gli occhi di tutti lo sfacelo materiale e morale a cui ci hanno portato i lestofanti della politica a qualsivoglia livello, che si ispirano ad Attila e scorrazzano come orde di unni sulle macerie dell’Italia. Sicché gli occhi si inumidiscono. Povera Italia, di dolore ostello! 
Oggi, colto da un raptus d’ira, ho deciso di scrivere una lettera aperta ai predatori del Paese perduto. Non leggeranno le mie parole, non conosceranno la mia rabbia, ma poca importa. Il solo fatto di sfogare l’indignazione mi farà stare meglio. Ho infatti bisogno di placare l’animo, incandescente come lava. E mi conforta sapere che almeno la metà dei miei quattro lettori approverà l’invettiva che mi appresto a scagliare. Eccola, dunque… 

Aprite bene le orecchie, infami proci della nuova Itaca. Non voglio che fingiate di non avere inteso le mie parole. Come sono lontani i tempi in cui l’ingenuo Totò esclamava: “A proposito di politica, non si potrebbe mangiare qualchecosarellina?”. Voi, ignobili furfanti che siete entrati in politica solo perché la politica è la corsia preferenziale per acquisire potere e ricchezze senza merito, mentre dovrebbe essere un modo nobile per servire la patria, voi non avete avuto il buon gusto di “mangiare qualchecosarellina”. Voi e il vostro seguito, la vostra corte dei miracoli, avete depredato la dispensa, vi siete abbuffati come maiali nel trologo, fagocitando le risorse della nazione con la golosità di Ciacco, la volgarità di Trimalcione, l’ingordigia di Gargantua e Pantagruel. Siete una razza vile e bulimica, cavallette fameliche, tenie irriducibili. Ma non avete un briciolo di vergogna? Avete imbavagliato la vostra coscienza per non sentirne la voce o l’avete forse murata viva? Nonostante l’Italia sia in crisi, estenuata da tante difficoltà e soverchiata da una pressione fiscale inaudita e iniqua, voi continuate imperterriti a scialare e a divorare le residue risorse della nazione che avete costretto a una dieta così dimagrante che anche le mutande cadono, mostrando le nude chiappe. Con vostra somma letizia, sia chiaro, giacché vi piace prendere per il deretano i tapini che si sono fatti abbindolare dai vostri pifferi magici al punto di eleggervi rappresentanti del popolo. Lasciatevi dire che siete dei luridi scarafaggi e che in confronto a voi il povero Gregor Samsa de La Metamorfosi di Kafka fa tenerezza. Siete l’antitesi di Robin Hood: rubate ai poveri per dare ai ricchi, alla cui categoria appartenete. Siete una manica spudorata di parassiti, traditori, ciarlatani, voltagabbana, speculatori, approfittatori. Sappiate che ne abbiamo le tasche piene delle vostre malefatte: appropriazioni indebite, truffe, peculato, sprechi, abusi di potere, associazione a delinquere e quant’altro. Il vaso è veramente colmo. Ci fate schifo quando sorridete compiaciuti della vostra posizione sociale, del vostro potere che esercitate come se foste i mandarini dell’impero dei Ming, i satrapi di Persia. Ci fate ribollire il sangue quando vi vediamo sfrecciare sulle vostre auto blu per andare a vedere la partita o fare shopping. Ci fate prudere le mani quando giustificate i vostri misfatti col candore di un camaleonte. Credete di essere i più furbi, di godere di un’immunità indiscussa, di poter fare quello che volete in barba ai giusti che ancora credono nei valori della democrazia. Vi arrogate il diritto di ridere di noi, di umiliarci e impoverirci in nome del principio che Homo homini lupus e naturalmente voi siete il lupo Alfa mentre noi siamo solo pecore, agnelli sacrificali. Vi illudete che corrompere ed essere corrotti sia il modo migliore per affermare il vostro misero ego, che sia giusto rubare perché viviamo in un mondo di ladri. Così fan tutti – direbbe Mozart. Beh, forse avete ragione. I veri furfanti siamo noi, i poveri allocchi che reclamano giustizia e pagano le tasse. Siamo furfanti perché vi alitiamo sul collo, auspichiamo l’abolizione dei vostri privilegi e pretendiamo che smettiate di fare i vostri porci comodi. Come osiamo chiedervi di dimettervi quando vi pescano con le mani sul sacco della refurtiva? Che sciocco che sono, la poltrona alla camera dei deputati, lo scranno al senato o il cadreghino nella giunta regionale non sono il risultato di un’elezione popolare. Quella carica è Dio che ve l’ha data e guai a chi ve la toglie. Come ci permettiamo dunque di chiedervi di esercitare il vostro ruolo con sobrietà e serietà, di tagliare le spese superflue e gli stipendi faraonici, di restituire il maltolto, di allinearvi ai sacrifici e agli sforzi stoici che il popolo italiano fa ogni giorno per restare a galla? Ah già, sono gli stronzi che galleggiano, voi invece solcate il mare sui vostri panfili battenti bandiera panamense e sui motoscafi che ormeggiano nelle aree marine protette. Voi siete il meglio, la punta di diamante della teoria dell’evoluzione. Dalla scimmia al pappone. E va bene così, è solo colpa nostra. Vi abbiamo dato fiducia e continueremo a darvi fiducia perché siamo masochisti, autolesionisti, decerebrati. Senza contare che molti di noi, in fondo, vi invidiano. Vorrebbero essere al vostro posto per rubare e ingrassare, per godere di privilegi assurdi e odiosi. 
Io no. Io non vorrei essere come voi. Voglio essere in pace con la mia coscienza. Quando mi hanno chiesto di entrare in politica e aderire alla società dei magnaccioni, ho rifiutato. Ne vado fiero. Ho saputo mantenere la mia libertà, la mia dignità, la mia integrità. Posso guardarvi negli occhi e non abbassare lo sguardo. Voi potete farlo? 
A voi, piccoli uomini della politica italiota che vi credete grandi, mentre siete solo pulci, desidero fare i migliori auguri. Mi ricordate Paterclio. Non sapete chi è? Era un gestore di vespasiani dell’antica Roma su cui ironizzò il poeta Marziale nei suoi Epigrammi (XII, 77). Vi auguro di rinascere in condizioni così umili e svantaggiose da considerare una fortuna pulire i cessi negli autogrill. Ma voi siete anche come Sisifo. Ignorate chi è? È un personaggio della mitologia greca che ingannò non solo Autolico  ma la stessa Thanatos (la morte) e gli dei. Alla fine, però, Sisifo pagò i suoi affronti e fu condannato per l’eternità a espiare una vita di imbrogli spingendo su un’altura un macigno che quando arrivava in cima rotolava in basso. Sisifo è forse il fondatore del moto perpetuo. Vi auguro con tutto il cuore di emularlo, di provare la fatica frustrante, l’impotenza, la disperazione. Sempre nella prossima vita, sia chiaro, perché in questa, al massimo, se siete sfortunati, rischiate di uscire di scena alla chetichella e godervi una lauta pensione, magari ai Caraibi. Forse penserete che sono acido e che vi odio. Ma cosa vi viene in mente? Io nutro per voi, immarcescibili furfanti votati alla politica del ladrocinio, un sentimento che mi accomuna a milioni di italiani che se potessero vi darebbero una sporta di sacrosante legnate. Si chiama disprezzo. Ma visto che la forma più sublime del disprezzo è il perdono, io vi perdono. Oggi sono incredibilmente generoso e vi assolvo, ma a una semplice, imprescindibile condizione. 
Andate in pace, purché andiate all’inferno! 

PS: non è una antica leggenda che esistano in Italia uomini politici onesti, non corrotti, capaci. Naturalmente si tratta di mosche bianche. A loro, vorrei ricordare che devono avere il coraggio non solo di prendere le debite distanze dai malfattori ma di denunciarli. E vorrei anche ricordare che nessun uomo deve identificarsi in un partito al punto di seguirne le direttive truffaldine. Un uomo appartiene a se stesso e deve rimanere fedele solo ai suoi valori.

 

Gentaglia Italiota al "Governo" a Pomarico, Provincia di Matera, Basilicata e

ROTATORIA ITALIANA progettata da "tecnici" italiani !

AMMODERNAMENTO DI UNA STRADA IN ITALIA  voluta da "sindaci" e politicanti e progettata da tecnici italiani della zona, in funzione pubblica !

PROSEGUIREMO QUESTA PAGINA CON

GLI ALTRI BENEFICIARI E COMPLICI ESECUTORI CHE OPERANO NEL SILENZIO  ...

Beneficiari

Esecutori

Amici

Ecc.

 

Tutta la storia di questa tragedia, in un prologo tre atti e un epilogo,  dovuto alla decisione della famiglia  URICCHIO di acquistare proprietà a POMARICO (Provincia di MATERA), Meridione d'ITALIA, per tornare nel paese NATIVO sul sito

WEB    http://www.uricchio.de